Una attenzione in più per far crescere il senso di appartenenza delle persone con disabilità alla comunità
Don Mauro Santoro
Giovedì 11 marzo, in occasione del convegno diocesano dal titolo: “Una comunità a misura di…OGNI persona”, il nostro arcivescovo mons. Mario Delpini, al termine dell’incontro di preghiera da lui presieduto ha annunciato: “la decisione di costituire una Consulta per affrontare il tema del rapporto tra la comunità cristiana e la disabilità. Dovremo decidere la sua composizione e il suo programma di lavoro. Risponderà al Vicario per l’Educazione e la Celebrazione della fede, don Mario Antonelli”.
Si tratta dell’istituzionalizzazione di quello che dal 2015 è nato come tavolo di lavoro che si è occupato del tema comunità cristiana e disabilità. La nascita di questo nuovo organo è un segno concreto di attenzione da parte del nostro arcivescovo nei confronti delle persone con disabilità che, a causa di quanto accaduto in questo ultimo anno, rischiano seriamente, insieme a tante altre persone fragili, di essere lasciate indietro.
Dall’annuncio della nascita della consulta alla sua formalizzazione è necessario ancora qualche tempo, ma non appena diventerà operativa sarà nostra premura organizzare un webinar rivolto a sacerdoti, consacrato e consacrate, famiglie, operatori pastorali, realtà istituzionali e del terzo settore per presentare membri, obbiettivi e modalità di lavoro della consulta stessa.
L’annuncio dell’arcivescovo si è inserito in una serata ricca di testimonianze e di interventi, partendo da una domanda che voleva e vuole sollecitare le nostre comunità: questa brusca interruzione della vita ordinaria delle nostre comunità, dovuta ad un evento tragico come appunto è la pandemia, non può costituire la possibilità, come dice Papa Francesco, “per ricostruire meglio, per edificare una casa solida, capace di accogliere anche le persone con disabilità, perché costruita sulla roccia dell’inclusione e della partecipazione attiva”? Davanti al continuo richiamo da parte del nostro Papa di non sprecare questa crisi e di uscirne in modo migliore (per non uscirne in modo peggiore) una strada per farlo non può essere quella di cambiare radicalmente la presunta ‘normalità’ del quotidiano e del modo di essere comunità cristiana in cui finora ci siamo trovati a vivere? Nel cuore di ognuno di noi, avendo sperimentato in questo tempo la comune vulnerabilità umana, è cresciuto forse il desiderio di una comunità che sia anzitutto luogo di autentici legami fraterni più che di incontri di collaboratori, di volti più che di ruoli, di relazioni più che di prestazioni. Una comunità che non venga misurata in base alle cose tante che fa, ma che sia a misura…di OGNI persona.
Dal momento che non tutti hanno potuto partecipare al convegno e che alcuni regolarmente iscritti, per problemi tecnici non sono riusciti a connettersi, alleghiamo i vari interventi susseguitesi nel corso della serata e anche il link per rivedere in modo completo la registrazione dell’evento.
Ricordo che per far pervenire racconti di belle esperienze di inclusione sul territorio o richieste di aiuto, di informazioni è possibile scrivere a: inclusionedelladisabilita@diocesi.milano.it