L’affidamento dell’Italia a Maria – Avvenire
L’affidamento dell’Italia a Maria
L’atto di consacrazione il 1° maggio
AVVENIRE del 21 aprile 2020
di GIACOMO GAMBASSI
Racconta di aver «ricevuto più di trecento lettere piene di amore e di devozione nei confronti della Vergine Maria».
Lettere nelle quali si chiedeva al cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, di «dedicare al cuore immacolato di Maria la nostra nazione, le persone che soffrono per questa epidemia, tutti coloro che lavorano negli ospedali e che devono occuparsi del loro prossimo», spiega lo stesso Bassetti. E aggiunge: «I pastori hanno il compito di guidare il loro gregge, il popolo cristiano, ma spesso è il popolo cristiano che spinge i pastori, com’è avvenuto in questo caso». Da qui, riferisce Bassetti, la decisione della Chiesa italiana di affidare l’intero Paese alla protezione della Madonna come «segno
di salvezza e di speranza».
L’atto di affidamento avverrà venerdì 1° maggio alle 21 con un momento di preghiera nella
basilica di Santa Maria del Fonte a Caravaggio, il santuario in provincia di Bergamo ma nella diocesi di Cremona che lega il suo nome all’apparizione della Vergine con «le lacrime» che nel Quattrocento, manifestandosi di fronte alla giovane Giannetta, le aveva confidato di aver implorato «misericordia» dal Signore per il suo popolo. Il luogo mariano caro ai lombardi è stato scelto perché, chiarisce la Cei, «racchiude in sé la sofferenza e il dolore vissuti in una terra duramente provata dall’emergenza sanitaria».
In particolare alla Vergine verranno affidati i malati, i medici e gli operatori sanitari, le famiglie, i defunti. Anche la data non è causale. Maggio è il mese dedicato alla Madre
di Dio, un tempo scandito dal Rosario, dai pellegrinaggi ai santuari
(adesso sospesi a causa del Covid-19), dal bisogno di rivolgersi con preghiere speciali alla
Vergine. «Iniziare questo mese con l’atto di affidamento alla Madonna nella situazione attuale — ricorda la Cei — acquista un significato molto particolare per tutta l’Italia», nazione da sempre segnata da una profonda devozione mariana. Inoltre, il 1° maggio è la festa di san Giuseppe lavoratore. E la Chiesa italiana rivolgerà alla “Regina dei veri cristiani” una speciale supplica per «i lavoratori, consapevole
delle preoccupazioni e dei timori con cui tanti guardano al futuro».
Bassetti aveva già invocato l’intercessione di
“Maria salute degli infermi” per la fine della pandemia. Lo aveva fatto a Perugia, nella Cattedrale, di fronte all’immagine della Madonna delle Grazie al termine della “Novena mariana in tempo di grave necessità” che il cardinale aveva voluto. Alla Vergine aveva chiesto di assistere «coloro che sono stati colpiti dalla malattia» ma anche «le scelte dei governanti perché sappiano agire per il bene». Poi il richiamo agli «anziani, soprattutto quelli che vivono nella solitudine della loro casa»; ai giovani «perché
sappiano mettere a frutto questo tempo»; e al mondo del lavoro affinché possa avere «la forza di non scoraggiarsi e di riprendere con maggiore entusiasmo la propria occupazione, una volta passata l’epidemia». In queste settimane, da Nord a Sud della Penisola sono stati numerosi i vescovi che hanno compiuto atti di affidamento alla Vergine. Adesso l’intera nazione “riceverà” l’abbraccio della Vergine, come già
hanno fatto Spagna e Portogallo che lo scorso 25 marzo hanno rinnovato la loro consacrazione al cuore immacolato di Maria.